Wallace Edgar - 1915 - L'Uomo Che Comprò Londra by Wallace Edgar

Wallace Edgar - 1915 - L'Uomo Che Comprò Londra by Wallace Edgar

autore:Wallace Edgar [Wallace Edgar]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2011-12-15T07:50:25+00:00


18.

L’ambizioso giovanotto che rifiutò

Hermann Zeberlieff agiva sempre d’impulso. Poteva darsi che Vera avesse sobillato il ragazzo contro di lui. Scese dall’auto e si diresse verso Gordon Bray.

- Mi sembra che ci siamo già incontrati - lo salutò, e l’accoglienza che gli fu tributata dissipò qualsiasi dubbio riguardo ai sentimenti del ragazzo.

Chiacchierarono per un po’, discutendo delle bizzarrie di King Kerry.

- Non pensate che sia straordinario? - chiese Gordon, entusiasta.

- Proprio straordinario - replicò Hermann seccamente.

- Si comporta in modo splendido anche con i suoi dipendenti - continuò il ragazzo, assolutamente ignaro del fatto che nessuno degli elogi diretti a King Kerry era destinato a suscitare entusiasmo nell’altro. - Oggi ho pranzato con Elsie Marion.

- Elsie Marion? - ripeté Hermann con evidente interesse. Gordon annuì.

- Sì, è la sua segretaria, sapete, vivevamo sotto lo stesso tetto - sorrise -

prima che Elsie facesse fortuna.

- E cosa dice la signorina di questo grand’uomo? - chiese Hermann con lavorata ironia.

Gordon Bray rise. - Temo di essermi entusiasmato un po’ troppo -

replicò - e probabilmente voi, essendo americano ed essendo abituato alle imprese dei vostri connazionali, non vi lasciate impressionare come me dai suoi metodi.

- Mi impressionano enormemente - replicò Hermann, ma tali parole non avevano lo stesso senso di quelle del suo interlocutore. - Mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con voi, signor Bray, ci sono molte cose di cui potremmo parlare. Mi hanno detto che eravate in aula quando mia sorella è stata condannata.

Il ragazzo si voltò, e lo fissò con sguardo grave.

- Sì - disse tranquillamente.

Edgard Wallace

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1915 - L‘ Uomo Che Comprò Londra

- È stato un peccato che si sia esposta al ridicolo in quel modo, non credete? - chiese Hermann.

Gordon Bray arrossì. - Penso che dovesse avere delle ottime ragioni per comportarsi in quel modo - rispose.

L’altro sorrise sotto i baffi: aveva di fronte un innamorato devoto, uno di quelli che si accontentano di adorare a distanza, un docile cagnolino che avrebbe accettato tanto le carezze, quanto i calci dalla donna ricca che avesse avuto la pazienza di tenerlo con sé.

- È una questione di punti di vista - ribatté, alzando il tono di voce - per quanto mi riguarda, detesto le suffragette, ed è stata una rivelazione, nonché un brutto colpo, scoprire che mia sorella è una di loro; ma questa è un’altra storia… Verreste a fare una chiacchierata con me?

- Quando? - chiese l’altro.

- Non potrebbe esserci momento migliore di questo - rispose Zeberlieff allegramente.

Il giovanotto lo guardò fisso.

- È piuttosto tardi, non credete? - osservò.

- Non lo è - ribatté l’altro - se avete un po’ di tempo a disposizione.

Tornò sui suoi passi, e presentò il ragazzo al suo amico Leete, il quale si rassegnò malvolentieri alla presenza di una terza persona nel momento in cui intendeva sondare la disponibilità di Zeberlieff a finanziare la Goulding contro la concorrenza che l’aveva attaccata.

Lasciarono Leete a casa, e proseguirono fino a Park Lane. Giunti in casa di Zeberlieff, si accomodarono nello studiolo di Hermann davanti a un portasigarette e alle due tazze di caffè immediatamente servite dall’eccellente Martin.



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